Categoria: cibo

Affrontiamo il sovrappeso in terapia.

Maddalena ha vent’anni studia all’università proprio ciò che le piace e lo fa con profitto ma è molto ansiosa, ogni esame per lei è un tormento, non ha fiducia in se stessa, teme il giudizio altrui, dopo essere uscita con gli amici pensa a lungo ad ogni parola detta per paura di aver sbagliato qualcosa, la sera a volte ha attacchi di pianto, questo senso di disagio che spesso la attanaglia trova conforto nel cibo. Maddalena conosce tutto sulla sana alimentazione, ha letto molti libri, ha consultato nutrizioniste, tuttavia non riesce a seguire la teoria, mangia in modo disordinato soprattutto cibi dolci.

Finalmente ha deciso di venire in terapia dopo due anni in cui aveva provato ad agire sul problema solo agendo sul versante alimentare, insieme abbiamo optato per un approccio psicodinamico andando a lavorare sui traumi infantili, sul rapporto genitoriale, sullo sviluppo della sua personalità, andando a rafforzare la sua consapevolezza di sè, il percorso ha richiesto in questo caso specifico sette mesi di lavoro, al termine dei quali Maddalena ha ripreso in mano la sua vita con più gioia, riacquisendo il controllo dei propri comportamenti alimentari e acquisendo più sicurezza nei rapporti interpersonali.

Autoipnosi per le dipendenze: esercizio dell’albero

Sei seduto su un morbido divano, la stanza è silenziosa, le mani poggiano sulle tue gambe, percepisci la stoffa dei tuoi pantaloni con i palmi delle tue mani…il corpo è morbidamente rilassato, i respiri sono profondi …lenti e regolari…la temperatura dell’aria è piacevole, non troppo calda, non troppo fredda, indossi abiti leggeri, lo sguardo si poggia sugli oggetti della stanza…ora su uno…ora sull’alto..liberamete…puoi prenderti tutto il tempo che vuoi, un tempo senza tempo…avverti un piacevole profumo nell’aria,…un profumo che ti fa stare bene…i piedi nudi poggiano su un morbido tappetino affinchè le piante dei piedi percepiscano il soffice tappeto, il corpo è morbidamente abbandonato sul comodo divano, anche la nuca appoggia sul cuscino, tutto questo accade fuori da te…ma puoi spostare l’attenzione da quello che accade fuori da te a quello che accade dentro di te…ti senti leggero…il corpo è così leggero…la mente limpida…soffice…come una nuvola….ti senti in pace… chiudiamo gli occhi e immaginiamo di essere sdraiati su un prato verde ampio e bellissimo, il sole è alto nel cielo, l’aria è tersa…puoi sentire sotto i palmi delle mani l’erba appena bagnata di rugiada, percepire il calore del sole sul corpo, respirare a pieni polmoni l’aria pulita e salubre…puoi immaginare di cominciare a camminare a piedi nudi su questo prato…percependo la terra sotto i piedi…la sensazione è bellissima, ti senti parte del tutto, della natura incontaminata, avunque il tuo sgardo si giri poggia su alberi (i piu’ begli alberi che tu ricordi di aver mai visto, animali, colline,fiori…questo è il tuo paradiso personale dove puoi inserire tutte le cose piu’ belle che la tua mente ricordi…e ad ogni passo ti senti sempre meglio, sempre più sereno, sempre più rilassato, è un luogo sicuro dove tutto ciò che accade ti fa stare bene, in questo paradiso puoi stare tutto il tempo che vuoi…ci sono fiumi, cascate, acqua purissima, il cibo che ti serve, quello che ti fa stare bene, il corpo è atletico, vigoroso, acquista energia ad ogni passo e sei sempre piu’ fiero di te per come il corpo risponde alla tua mente. Ci sono molte colline ma una è un po’ più alta delle altre e su questa collina c’è un albero, anch’esso alto e bello come gli altri ma su questo albero c’è l’unica cosa che non puoi fare (fumare, consumare cocaina, giocare alle  slot, consumare dolci, o qualunque cosa ti crei dipendenza…) in tutto il resto sei libero e sarai libero e felice se lascerai che quella specifica cosa rimanga sull’albero…è una regola e nella tua vita hai seguito molte regole e tutto è andato bene e sei consapevole che le regole sono necessarie per il normale fluire della vita. Ti ricordi quando da bambino a scuola ti veniva chiesto di stare seduto e ascoltare la maestra, all’inizio è stato difficile ma poi hai visto che questa regola ti permetteva di apprendere, hai visto che quella regola ti era utile e così pure la regola di mantenere la destra quando andavi in bici…e le regole dei giochi…perchè tutto potesse funzionare erano necessarie regole e ancora ora qui in questo paradiso tu sei consapevole che tutte le sensazioni positive possono continuare che puoi essere libero e sentirti bene rispettando un’unica regola…così come Adamo ed Eva erano liberi e felici dovendo rispettare l’unica regola di non cogliere il frutto proibito…quando ascoltavi questa storia da bambino ti domandavi perchè mai essi non hanno rispettato questa regola…se l’avessero fatto tutto sarebbe andato sempre bene, ora puoi decidere di lasciare quel frutto sull’albero là dove si trova e di ignorare il serpente che dice continuamente menzogne, puoi spostarti nel qui e ora e portare co te la determinazione e gli stati d’animo di pace e rilassatezza e ignorare da qui in avanti tutti gli stimoli che vorrebbero conduti a cogliere la mela, puoi prendere altre strade così come nel tuo paradiso mentale potevi volgere l’attenzione ad altri luoghi che non fossero la collina con l’albero…cambiare strada, inoltrarti in un fitto bosco, fare il bagno in un fiume limpido, anche nellla vita reale puoi volgere lo sguardo altrove e allenare la mente a trovare piacere nelle cose che fai, in ogni singola cosa che fai…momento per momento, puoi immaginare di praticare le tue normali attività mentre tutti gli altri sono sempre uguali a se stessi mentre tu sei diverso, hai una pace interiore diversa, hai una serenità diversa e gli altri la notano…ti chiedono cosa hai fatto per essere così..hai il controllo della tua mente. Ora immaginiamo di stenderci sul prato verde da cui siamo partiti e di lasciarci andare ad un piacevole sonno ristoratore…la fronte si distende, il respiro si fa pesante, lento e regolare…la mente si svuota da ogni pensiero, ti senti bene, al sicuro, in un luogo protetto dove nulla di male può succedere proprio come quando sei a casa tua nel tuo letto, avvolto dalla tua coperta, la giornata è finita e non c’è più nulla da fare…nulla a cui pensare e puoi lasciarti andare…finalmente riposare…al mio tre l’esercizio sarà terminato…ma tutte le sensazioni positive che abbiamo qui coltivato rimarranno dentro di  te e lavoreranno affinchè tu raggiunga sempre maggiore consapevolezza, sempre maggiore benessere e nuovi doni riceverai in questa settimana, non sappiamo sotto che forma, immagini, pensieri, incontri, sogni, e tu li riceverai con la gioia e l’entusiasmo di un bambino che riceve una bellissima sorpresa, tieni la mano destra chiusa stretta  a pugno quando vuoi tornare a vivere nel tuo paradiso personale e coltivare lì particolari stati di benessere e leggerezza e distendila tenendo ben aperte le dita quando vuoi uscirne…uno…due…tre…l’esercizio è terminato.

Problemi di peso

Domanda:

Gentile dottoressa sono una ragazza di 24 anni che vorrebbe perdere peso, il mio problema è che mangio male e fuori pasto, quando sono agitata mangio…quando mi annoio mangio, se anche mi danno una dieta da seguire, sono andata infatti anche dalla dietologa, io poi non la seguo, poi mi deprimo e divento triste perchè ho fallito nel seguirla e mangio ancora di più. Ho letto che lei è anche personal trainer e può seguire le persone sia da un punto di vista psicologico che di allenamento e alimentazione, credo di aver bisogno di tutto questo insieme e di una persona che mi segua e mi sproni. Può farlo?

Risposta:

Certo, perchè una persona che vuole ottenere dei risultati e perdere peso deve agire a 360 gradi, lavorare sul perchè riversa nel cibo le proprie tensioni, approcciare ad una sana alimentazione e programmare una attività fisica adeguata.
E’ vero sono anche personal trainer, compaio nelle liste dei trainer della mia città, utilizzo dunque tutte le mie conoscenze per far ottenere il risultato al mio paziente seguendone anche gli allenamenti. Ho sempre ottenuto ottimi risultati poichè corpo e mente sono un sistema unico.
Contattami pure, ti aspetto.

Uno stile di vita sano per una vita lunga

Bibliografia di riferimento.

Fitness e Wellness alimentazione e benessere (La biblioteca di Repubblica)
Come stai (rivista mensile Ottobre 2011)
Il cibo e la mente (a cura di Vincenzo Zappa) Guida editore
Mangia che ti passa. Filippo Ongaro Piemme Editore
Per sempre giovani. Fabrizio Durati. Sperling e Kupfer
Perchè mangiamo troppo. David Kessler. Garzanti.
Vivere bene e a lungo. Gianfranco Trapani. Giunti editore
La terapia del cibo. Mulino Don Chisciotte.
Elisir di lunga vita. Silvia Carri. Urra editore.

Dalla ricerca Longevity Project elaborata dall’università della California è emerso che un elemento fondamentale per prolungare la propria vita è praticare una attività fisica.
L’elemento importante che ha messo in luce questa ricerca è che non è importante quando si comincia, il beneficio è immediato. Dunque, anche una persona di cinquant’anni che in vita sua non ha mai praticato alcuno sport può decidere di iniziare, l’attività deve essere blanda, continuativa e regolare, consigliabile è un’attività aerobica di 45 minuti ogni giorno.
Utilissimo, come consiglia Duranti, è il nordic walking (camminata nordica) un tipo di camminata che si avvale dell’ausilio di speciali bastoncini leggerissimi (non sono quelli che di solito si usano in montagna, sono specifici per questa disciplina) la tecnica del nordic consente l’utilizzo di tutti i muscoli del corpo senza gravare in alcun modo sulle articolazioni.
Altri sport adatti a tutti e a tutte le età sono il ciclismo e il nuoto.
Per vivere a lungo poi è necessario limitare il consumo calorico uno studio di St. Louis nel Missouri, conferma che più calorie introduciamo più vengono accelerati i processi di invecchiamento a causa della maggiore produzione di radicali liberi, la regola è tarare l’introduzione di cibo in base al consumo calorico della persona, età, attività lavorativa e sport praticati.
Ma qual è il modo giusto di alimentarsi?
Fare attenzione all’indice glicemico dei cibi e al carico glicemico. Effettuare una colazione sostanziosa, un pranzo equilibrato e una cena leggera, preferire i cibi freschi, quelli integrali e biologici, evitare i cibi in scatola e tutti quei preparati ricchi di conservanti coloranti sali e grassi saturi (esempio sono i cibi pronti solo da scaldare…)
Preferire le carni magre, i pesci ricchi di grassi omega, le verdure e la frutta fresche e variare molto i cibi presenti in tavola in modo da evitare carenze nutrizionali.
Da limitare le farine bianche , lo zucchero, i grassi animali.
E’ necessario pensare al cibo come fosse una medicina in grado di curarci e di mantenerci sani a lungo.
Il cibo non è un nemico da cui difendersi come spesso alcune diete scriteriate fanno pensare, ma il primo alleato
per una vita sana. E’ dunque importante informarsi, leggere le proprietà nutrizionali di ogni cibo per conoscere vitamine, minerali antiossidanti contenuti e cucinare ogni cibo in modo da conservare tale potere ( la cottura al vapore, la cottura a basse temperature, la cottura in liquidi che poi vengano consumati). Una cosa importante è non eliminare mai completamente nessun cibo dalla propria dieta, si può dire “lo consumerò meno di frequente” ma non “lo eliminerò per sempre”, eliminare alcuni cibi specifici o classi di alimenti può portare ad un approccio mentale non sano nei confronti del cibo, ossessioni, ipercontrollo, sensi di colpa, approccio tutto o nulla (o non lo mangio o se lo mangio mi abbuffo) nessun cibo di per sè fa ingrassare ma è da inserire nel bilancio energetico quotidiano-settimanale, valutiamo dunque consumo energetico e fabbisogno calorico, non rendiamo fobico nessun cibo (pizza, gelato, una frittura) se non devo evitarlo per forza saprò inserirlo nella dieta settimanale senza scompensi.

La tua mente può cambiare

“La tua mente può cambiare” è il suggestivo titolo di un libro di Sharon Begley che spiega come i confini tra mente e corpo siano fluidi.

Per testimoniare ciò l’autrice si avvale di numerosi esperimenti di rinomati neuropsichiatri tra cui Helen Neville e Pasqual Leone, le reti neuronali del nostro cervello possono adattarsi a svolgere compiti diversi da quelli per cui sono nate, aree normalmente deputate all’elaborazione di segnali visivi possono elaborarne di uditivi e la nostra volontà, l’esercizio e l’ambiente che ci circonda possono influenzarne lo sviluppo.
Di questo si occupa la neuroplasticità, la nostra mente può cambiare modificando in contemporanea la struttura fisica cui è connessa.
I pensieri possono modificare la sruttura cerebrale, possono ampliare aree cerebrali che normalmente si attivano quando si prova uno stato di benessere.

Ecco che coltivare pensieri positivi, un approccio ottimista alla vita, non diventa più solo un semplice consiglio ma trova un riscontro scientifico.

La mente si può allenare così come si allena il corpo?

Sempre più ricerche confermano questa ipotesi, l’attenzione, la memoria, le abilità (Ericsson K, Le abilità si ottengono con l’esercizio) la concentrazione, possono aumentare ma anche la gioia di vivere può farlo e metodiche di neuroimaging possono confrontare cervelli di persone che sono affette da depressione a persone che coltivano stati di benessere paragonando le differenze fisiche degli stessi, il cervello è plastico e “pensare pensieri differenti” ne modifica la stuttura.

Studiando i cervelli di monaci buddisti tibetani notoriamente dediti per molte ore al giorno alla meditazione con oggetto la pace e l’amore per tutti gli esseri viventi si è visto che la loro struttura cerebrale è differente. Da loro si stanno mutuando tecniche volte all’allenamento mentale che possano trasformare stati depressivi e nevrotici.

Articoli sempre più frequenti (vedi “Mente e cervello”, febbraio 2010 e Psicologi a confronto n2, 2009) si stanno occupando della Mindfulness, una teoria psicologica mutuata dal buddismo che utilizza come strumento la meditazione.

La Mindfulness è la consapevolezza delle proprie sensazioni corporee, psicologiche e spirituali che emergono quando ci spingiamo a considerare la nostra esistenza nell’istante stesso in cui la sensazione si manifesta. Ci si pone come testimone non giudicante così da essere consapevoli di ciò che accade mentre sta accadendo risvegliandoci dagli automatismi che portano a vivere in modo meccanico.

Il fine è l’estinzione di uno stato di malessere attraverso un percorso di non reattività (percepire sentimenti ed emozioni senza dovervi reagire, senza giudicare, prestare attenzione momento per momento, gingere al proprio sè autentico essendo in grado di delineare se stessi, le proprie convinzioni emozioni ed obiettivi, coltivare il piacere della relazione e l’amore per il prossimo. Un testo base è quello di D.Siegel dal titolo “Mindfulness e cervello”.

Quando andare da un terapeuta

Può essere difficile decidere il momento più opportuno per rivolgersi ad un terapeuta, spesso si pensa che la situazione che si sta vivendo non sia “poi così grave” e per questa ragione si staziona più a lungo nel disagio.

In assoluto non esiste un motivo più valido di un altro per chiedere aiuto, qualunque situazione impedisca alla persona di avere una soddisfacente vita familiare, sociale, lavorativa, deve essere affrontata.

Se si percepisce che qualcosa nella propria vita è cambiato, che ci si sente limitati nel normale svolgimento della vita quotidiana, se si percepisce un senso di sofferenza, qualunque ne sia la ragione, essa è un valido motivo per giungere in terapia, (Maria, 19 anni, dice “mi sento sciocca se penso che ciò che mi fa star male è così banale, quando c’ è gente che ha malattie incurabili, c’è gente che muore…), Maria, acquisendo coraggio, dando giustamente voce al suo malessere dà importanza a se stessa, il problema infatti acquista consistenza solo all’interno della storia della persona, e solo lì può esser valutato, non al di fuori.

Quando è utile una psicoterapia?

La terapia è utile se la persona si rivolge volontariamente al terapeuta, se è motivata al percorso terapico. Il paziente al termine della prima seduta decide se intraprendere un percorso con quello specifico terapeuta o contattarne degli altri, è molto importante che egli possa scegliere in assoluta libertà, che senta se, con quello specifico professionista, si sente o meno a proprio agio nel parlare di sè.

Per quali ragioni è utile rivolgersi ad un terapeuta?

Ci si può rivolgere ad un terapeuta anche se non si sta vivendo uno stato acuto di sofferenza, anche per far chiarezza su alcuni punti della propria vita, per comprendere meglio alcune cose che stanno accadendo in se stessi o nel mondo fuori.

Il terapeuta ha ascoltato centinaia di storie di vita dunque si fa portatore di un grande bagaglio di esperienze, è lì a testimoniare che moltissime altre persone han provato quello stesso disagio, che non si è soli, non si è “strani” nè “matti”. Non c’è nulla che non possa essere affrontato e superato..

La durata della terapia è variabile, dipende dal percorso che è necessario fare, può durare anche solo pochi mesi, la singola seduta ha durata di cinquantacinque minuti, ci si incontra una o due volte la settimana nello studio del terapeuta. Lo psicoterapeuta non prescrive farmaci ma può seguire un paziente che è in cura presso uno psichiatra e sta seguendo una terapia farmacologica, i due percorsi possono andare di pari passo, per condurre il paziente ad uno stile di vita migliore.

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